Nelle scorse settimane, proprio il Gal era stato tra i primi a schierarsi a difesa del Primitivo, dopo il via libera alla coltivazione del Primitivo in Sicilia. Un netto dissenso, motivato dall’indotto economico e turistico legato a questo brand in Puglia. «Quando parliamo di Primitivo- sottolinea il Gal- pensiamo ai tantissimi produttori che rappresentano un ponte tra passato e futuro, ma pensiamo anche all’immagine dei nostri luoghi. Non è solo un vino di altissima qualità, ma è anche un simbolo di grande valore culturale e identitario riconosciuto in tutto il mondo. Questo territorio sta dimostrando di essere compatto in questa battaglia. Abbiamo raccolto le preoccupazioni del mondo agricolo e le abbiamo fatte nostre. Gli sforzi e gli investimenti delle aziende e degli operatori non possono essere vanificati in questo modo. Sarebbe un precedente gravissimo: la nostra storia non si tocca».